L’ESERCITO DI TERRACOTTA – Il risveglio dei guerrieri dopo 2000 anni
Quando si pensa all’Impero cinese viene in mente l’Esercito di Terracotta di Xi’an. Il primo Imperatore della Cina Qin Shi Huangdi, negli 11 anni prima della sua morte del 210 a.C., fece realizzare questo esercito per difendersi dai suoi nemici nell’Aldilà e per proteggere la sua tomba. Si narra che fece bruciare vive le sue concubine e tutti gli operai che contribuirono alla realizzazione di questa opera per mantenerne il segreto.
Il loro ritrovamento nel 1974 fu casuale dopo che un contadino, intento a scavare un pozzo, trovò alcune ceramiche. Man mano gli scavi riportarono alla luce oltre 7.000 soldati in terracotta, cavalli, e carri su un’area di 16.000 mq.
Sono volata fino a Xi’an, nel tour che mi ha portato anche a Pechino, proprio per ammirare questa meraviglia. Lasciato l’ingresso dopo l’acquisto dei biglietti, percorro un lungo viale in un grande parco verde.
Arrivo all’entrata tramite cui accedo in una vasta area attorno alla quale sorgono quattro grandi edifici. Tre di questi sono stati edificati sopra le fosse dove sono stati rinvenuti i guerrieri, e il quarto adibito ad esposizione. L’area è grande, ma gli edifici sono stati raggruppati tutti attorno, quindi non occorre camminare troppo per visitarli.
La mia curiosità per ammirare l’Esercito di Terracotta comincia ad aumentare e mi dirigo subito alla Pit.1, il padiglione edificato sopra la prima fossa rinvenuta ed anche la più grande, che ospita la fanteria, con soldati, carri e cavalli.
All’interno scorgo, dietro una folla intenta a fare foto e selfie, un’ampia fossa disseminata da statue di terracotta. Numerosi soldati disposti in ordine lungo dei corridoi paralleli scavati nel terreno, tutti rivolti verso un’unica direzione.
Mi avvicino al parapetto per poterli osservare meglio. Mi stupiscono i dettagli delle loro armature. I loro volti tutti diversi e anche l’acconciatura dei capelli. Delle opere pazzesche nate da una grande maestria ma soprattutto da una grande pazienza.
Giro attorno all’area per ammirarli da altre angolazioni. Anche il loro dorso ha la stessa minuziosità nei particolari. Ogni soldato doveva avere in mano un’arma che il tempo ha rovinato. Con l’ingrandimento della fotocamera colgo i magnifici particolari nei loro volti.
Sulla parte estrema dell’edificio sorge un laboratorio in cui vengono assemblati i pezzi per ricostituire ogni soldato. Gli addetti ci chiedono di non fare foto in questa piccola zona, ma ormai tutti abbiamo scattato. Mi chiedo cosa ci sia di tanto segreto.
Le aree della Pit.2 e Pit3, sono ancora in fase di scavo. Queste fosse non sono interessanti come la prima, dato che le fosse mostrano dei corridoi appena scavati e delle zone su cui giacciono reperti di soldati e oggetti che verranno assemblati.
Questi due Pit servono a farci capire come si svolgono le operazioni di scavo. Un gran lavoro fatto di pazienza per rinvenire i frammenti dell’esercito senza danneggiarli ulteriormente. Qui è esposto la statua di un magnifico fante col suo cavallo da battaglia.
Accedo all’edificio adibito all’esposizione. La foto davanti all’insegna del Patrimonio UNESCO è ormai un piacevole rito.
In questa area sono esposti le foto del tempo e le spiegazioni di quanto accaduto a partire dal 1974.
Una carrellata di vetrine con numerosi reperti in terracotta e bronzo rinvenuti e restaurati. Sono così tanti che ne mostro solo alcuni.
La sezione di questo padiglione dove sono esposti alcuni dei guerrieri dell’Esercito di Terracotta rimane senza dubbio la più bella. La perfetta restaurazione e la luce ne esaltano i particolari.
Come ad esempio l’arciere seduto in posizione di scoccare la freccia. Purtroppo la sua arma in legno è andata distrutta.
Esco dall’area dell’Esercito di Terracotta ed arrivo in una zona di bancarelle e negozi di souvenir. Inizia la cerimonia della contrattazione per l’acquisto di oggetti prettamente turistici. Il mio consiglio è… tratta tratta tratta che il prezzo scende.
Vista la stagione autunnale, ho approfittato per gustare un ottimo succo di melagrana spremuto all’istante. La frutta di stagione a prezzi davvero ragionevoli e che purtroppo non potevo portar via con me. Da notare i mini-kaki.
Programmare la visita per l’Esercito di Terracotta
L’esercito di Terracotta dista dal centro di Xi’an solo 40 Km.
Vi sono due modi per arrivare.
Col Bus: dalla Stazione Ferroviaria di Xi’An (Xi An Zhan), prendere il bus verde 306 (costo 7 Yuan a tratta). Il bus ci impiega circa un’ora.
Col Taxi: arrivata alla Stazione ferroviaria, mi stavo incamminando verso il piazzale est per andare a prendere il bus 306, quando ho notato un gruppo di taxi. Informandomi sul prezzo, essendo in tre persone, ho trattato per 130 Yuan (circa 18 Euro) a tratta, compreso il pedaggio autostradale. Il viaggio verso l’Esercito di Terracotta è stato comodo e non abbiamo dovuto attendere alcuna partenza di bus. Il taxi ci ha impiegato circa 40 minuti.
Per il ritorno, i tassisti in attesa all’uscita chiedono almeno 140 Yuan. Porta con te una stampa della mappa del tuo albergo, magari in cinese, per mostrarla al tassista.
La guida del tassista di ritorno da Xi’an sarà il ricordo più emozionante di questa mia giornata e forse di tutta la vacanza…
Non ho resistito a farmi scattare una foto turistica in questo set tra le riproduzioni dei guerrieri dell’Esercito di Terracotta. Ma in vacanza voglio divertirmi senza pensare troppo a cosa è serio e cosa invece non lo è.
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